Quante parole diciamo durante tutto il corso della giornata? Quanto impegno mettiamo per far sì che il nostro interlocutore comprenda appieno ciò che vogliamo dire? Per questo elaboriamo frasi, pronunciamo parole ricercate, tecniche e quanto mai precise affinché il nostro pensiero sia espresso nel migliore dei modi possibili. Ma siamo sicuri che tutto ciò sia sufficiente? Siamo certi che il messaggio sia percepito esattamente per come vogliamo che lo sia? E’ bene tenere a mente che non è quello che diciamo, ma come lo diciamo che fa la differenza. E, sicuramente, la comunicazione verbale da sola non basta, deve essere necessariamente accompagnata da una comunicazione non verbale chiarificatrice e complementare.
La comunicazione non verbale è prevalente
Questi due tipi di comunicazione devono essere congrue tra loro per sortire effetti significativi. Facendo solo qualche accenno alla teoria, vediamo che la comunicazione non verbale è essenziale per capire chi abbiamo di fronte, per far comprendere noi stessi e per comunicare anche senza parlare! Ha un’importanza decisiva e strategica in tutte le relazioni interpersonali. Sembra paradossale, ma ogni minimo comportamento non verbale comunica qualcosa di noi, e, gestendolo nel miglior modo, può divenire un aiuto importante nelle relazioni sociali. E’ uno strumento che ognuno di noi ha a disposizione e ciò è avvalorato dal fatto che la CNV (comunicazione non verbale) costituisca il 93% di tutta la comunicazione e che il 91% della CNV sia inconsapevole. Perciò, una gran parte di quello che effettivamente comunichiamo è rappresentato da ciò che veicoliamo attraverso il linguaggio del corpo.
Impossibile non comunicare
Questo tipo di comunicazione è universalmente comprensibile, al punto da poter trascendere le barriere linguistiche (altre lingue), ma è bene sapere che ogni cultura tende a rielaborare in maniera differente i messaggi non verbali. Ciò vuol dire che forme di comunicazione non verbale perfettamente comprensibili per le persone appartenenti ad una determinata cultura possono invece essere, per chi ha un altro retaggio culturale, assolutamente incomprensibili o addirittura avere un significato opposto a quello che si intendeva trasmettere. C’è molto da dire su quest’argomento, sono stati scritti numerosi libri, tanti articoli e non pochi trattati e tutto è incline a sostenere che è impossibile non comunicare. Anche quando dormiamo, camminiamo, la postura che assumiamo, come posizioniamo i nostri piedi durante una conversazione, come stringiamo la mano in fase di presentazione o di saluto. Tutto è comunicazione.
Gesti, silenzi, sorrisi: potenziali strumenti di una comunicazione consapevole
Sia durante una riunione che in una normale conversazione, siamo tendenzialmente attenti ai gesti che interessano gli arti superiori, ma se vogliamo sapere qualcosa di più della persona che abbiamo di fronte, allora spostiamo lo sguardo sui suoi piedi o sulla posizione delle gambe.
Attenzione al tono della voce, alle pause ad anche ai silenzi! Potrebbe sembrare assurdo ma i silenzi sono un’arma a doppio taglio: possono servire per sottolineare l’importanza di un concetto appena espresso, oppure, se ben “utilizzati”, possono mettere a disagio il nostro interlocutore e farlo sentire in una posizione di inferiorità rispetto a noi. Quante volte, poi, siamo rimasti abbagliati da un sorriso fantastico oppure infastiditi da un’amica che con un sorriso ambiguo ci ha detto “ma che bei capelli”, le donne molto probabilmente ne sanno più degli uomini!
Il sorriso, questa meraviglia, questa manifestazione favolosa che riempie le nostre giornate, il nostro cuore e che, al solo ripensarci, ci strappa un altro sorriso come fosse una catena! Ma attenzione, è il sorriso di Duchenne quello schietto e sincero, dove tutti i muscoli facciali sono coinvolti, che arriccia gli occhi e gli angoli della bocca! Diffidate dal sorriso Pan American, quello falso, di cortesia, di circostanza, quello che ci lascia uno strano brivido sulla pelle.
Effettivamente non è semplice fare attenzione agli aspetti della comunicazione non verbale, è impegnativo e richiede interesse e osservazione. Naturalmente non possiamo trattare tutta la CNV in un breve spazio, ma qualche spunto di riflessione può, comunque, aiutarci a capire, capirci e, perché no, trarre qualche vantaggio in più per la nostra carriera e per la nostra “popolarità”.